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11 de agosto 2010
Tra breve nei primi giorni d’Ottobre la Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) http://bit.ly/aJQcHT prenderà in esame una relazione sull’obiezione di coscienza in medicina. La PACE è formata da rappresentanti eletti delle legislature dei 47 stati membro del Consiglio d’Europa. (Notare che il consiglio è interamente separato dall’Unione Europea.) La relazione è centrata sull’obiezione di coscienza in termini di aborto, contraccezione, IVF e eutanasia. L’approvazione di tale relazione significherebbe che gli stati membro del Consiglio d’Europa sarebbero di fatto sotto pressione per abolire, sia legalmente che in termini pratici, l’obiezione della coscienza nell’ambito della medicina.
Vi preghiamo di contattare i rappresentanti PACE del vostro paese
http://assembly.coe.int/ASP/AssemblyList/AL_DelegationsList_E.asp per dire loro che:
- vi opponete alla relazione “Women’s access to lawful medical care: the problem of unregulated use of conscientious objection,” (L’accesso da parte delle donne all’assistenza medica legale: il problema dell’uso non regolamentato dell’obiezione di coscienza) proposta da Christine McCafferty (GB)
- il dibattito sulla relazione è previsto durante la sessione plenaria di PACE che si svolgerà dal quattro all’otto ottobre 2010
- l’obiezione di coscienza è riconosciuta quale diritto umano fondamentale dalla legge internazionale, ma l’aborto non lo è
- desiderate che votino contro l’intera relazione e che appoggino qualsiasi emendamento pro-vita che possa essere proposto.
Questi sono alcuni fatti e argomentazioni pro-vita che potreste desiderare utilizzare nel Vostro messaggio ai rappresentanti PACE del Vostro paese:
- l’accesso all’aborto non rappresenta un diritto umano. Nel caso di Tysiac v. Poland il Tribunale Europeo dei Diritti Umani ha decretato che gli stati hanno il diritto sovrano di regolamentare l’aborto e che per quanto riguarda l’aborto il personale medico ha il diritto di esercitare l’obiezione di coscienza
- l’atteggiamento che la relazione adotta nei confronti dell’obiezione di coscienza in ambito medico è in netto contrasto con i documenti del Consiglio d’Europa che difendono il diritto ad esercitare l’obiezione di coscienza rispetto al servizio militare
- la relazione propone una procedura ufficiale di reclamo che violerebbe la giustizia naturale, in quanto non prevedrebbe alcun diritto di rappresentanza, garanzia di imparzialità, né diritto di appello
- l’istituzione di una procedura ufficiale di reclamo mira a legittimare ciò che rappresentano ingiustizie (per es. l’aborto) e viola le direttive UE, secondo le quali nessun tribunale o commissione può entrare dentro o esaminare la coscienza di un individuo
- la relazione confonde l’obiezione della coscienza rispetto a ciò che di fatto rappresentano ingiustizie (per es. l’aborto) con l’insubordinazione non regolamentata, che si basa su convinzioni personali soggettive
- il pregiudizio anti-vita dal rapporto proviene dalle posizioni contrarie alla vita degli autori: Christine McCafferty (GB); Dott. Christian Fiala, International Federation of Professional Abortion and Contraception Associates (Federazione Internazionale Associati Professionisti Aborto e Contraccezione); e Christina Zampas, Center for Reproductive Rights (Centro Diritti Riproduttivi), New York.
Per ulteriori informazioni a sostegno dei summenzionati punti, visitare:
Vi preghiamo di inviare una copia di eventuali risposte ricevute alla SPUC political@spuc.org.uk
Vi preghiamo di inviare le Vostre risposte e le Vostre informazioni di contatto correnti a:
Katherine Hampton
Society for the Protection of Unborn Children (SPUC)
3 Whitacre Mews, Stannary Street
London, SE11 4AB
United Kingdom
Telefono: (020) 7091 7091
Fax: (020) 7820 3131
Email: political@spuc.org.uk